Una grande ricchezza impenetrabile ad occhio nudo, protetta dalle alte vette che lo circondano e lo rendono invisibile finché non si sale in quota, trovandosi immersi...
Ad accompagnarci, il dolce suono dell’acqua del torrente alla nostra destra. Le mucche al pascolo ci osservano mentre avanziamo con passo spedito verso la nostra destinazione: il Mulaz.
Le Pale sono tutte schierate, una accanto all’altra, sono il nostro comitato d’accoglienza. Superata malga Venegiota, uno stretto sentiero sulla sinistra ci guida prima in mezzo al bosco, subito dopo tra rocce, pini mughi e rododendri. Abbiamo la fortuna di incontrare anche uno scoiattolo che attraversa il sentiero davanti a noi. Poco più su fa capolino una marmotta, ce ne accorgiamo dal suo riconoscibile fischio. Dietro di noi si scorge baita Segantini: sembra proprio una cartolina!
Il paesaggio muta nuovamente, ora uno zig zag sale tra attraverso un ghiaione fino a farci toccare con mano le nostre amate Dolomiti. Superata la forcella possiamo già scorgere il rifugio più in basso. Ma prima vogliamo salire alla cima, quindi svoltiamo leggermente a sinistra. Prestiamo attenzione a qualche passaggio, e dopo circa un’ora raggiungiamo la famosa campana che non manchiamo di far suonare al nostro arrivo. La vista su Passo Rolle, Cima del Focobon, Cima Bureloni, Cima Vezzana, Cimon della Pala è incredibile e non ci sono parole per descriverla, dovete per forza andarci e vedere con i vostri occhi. Più distanti il Pelmo, il Civetta, e infine la regina: la Marmolada. Ci sdraiamo a contemplare il cielo che cambia rapidamente… è ormai tempo di scendere al rifugio.
Il rifugio Mulaz è accogliente, l’atmosfera calda. Una targa di legno sopra la porta ci indica che ci troviamo a 2560 metri. Le panche e i tavoli esterni poggiano su un terrazzo di legno, mentre all’interno a sinistra si trova la cucina e a destra la sala da pranzo. Le torte fatte in casa sono in bella vista. Chiacchieriamo con Sebastiano e Beatrice, i gestori di questo piccolo regno, protetto dalle Dolomiti che gli fanno da mura come nei castelli in passato. Il tempo passa in fretta ed è già l’ora del tramonto. Stiamo appena fuori dal rifugio, e ammiriamo uno spettacolo unico: un mare di nuvole corrono rapide infuocate dal sole, sembrano onde increspate che sbattono contro le rocce, che sembrano degli scogli che affiorano dal mare.
Difficile allontanarsi da tanta bellezza, restiamo fermi a goderci la vista per un po’, ancora un minuto e un altro ancora.
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Chi è salito per la prima volta su questa Cima? Chi ha percorso per la prima volta questo passo? Questa forcella da chi prende il nome?...
Le idee migliori nascono sempre un po’ per caso, a volte anche all’improvviso, e anche stavolta è andata così.
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