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Chi è salito per la prima volta su questa Cima? Chi ha percorso per la prima volta questo passo? Questa forcella da chi prende il nome? Partiamo quindi con questo viaggio nel passato, e percorriamo una per una le cime più famose del gruppo delle Pale, ricordando la storia delle prime ascensioni.
Tutto ebbe inizio tra il 1861 e il 1863 quando gli alpinisti: Freshfield, Tuckett e Fox realizzano la traversata della Val Canali e rendono così accessibili queste impervie e affascinanti montagne agli escursionisti. Fu questo l’inizio da cui partirono le grandi scoperte ed esplorazioni di queste montagne.
Il Passo del Travignolo viene valicato e battezzato dallo stesso Freshfield. Non con grande fantasia, ma come spesso accade, parlando di geografia, i luoghi prendono il nome da ciò che hanno più vicino. Questo è infatti il punto da cui parte il ghiacciaio del Travignolo.
Cima Vezzana viene conquistata sempre da Freshfield assieme al suo compagno Tuckett nel 1878. I due giunti in vetta non si rendono conto di essere saliti su quella che in seguito verrà dichiarata, con i suoi 3.192 metri, la montagna più alta di tutto il gruppo delle Pale, ritenuta fino ad allora il Cimon della Pala.
Il nome di quest’ultima vetta nasce da un accrescitivo: vedendo questa Cima così grande viene chiamata dagli abitanti Cimone, che significa appunto “grande cima”. Viene raggiunto per la prima volta da Lauener di Lauterbrunnen nel 1870 ed è definito dal famoso John Ball il “Cervino delle Dolomiti”. Infatti osservandone le linee da Passo Rolle si nota la spiccata somiglianza con la famosa montagna svizzera.
La Pala di San Martino prende il nome dalla sua forma che ricorda vagamente una pala, per la verticalità di tutti i suoi versanti e per le sue linee pulite. Siorpaes, Dimai e Bettega ne raggiungono la cima nel 1878, attraverso un’ascensione che ha una durata di 8 ore. Il Gran Pilastro è la via più famosa, aperta da Gunther Langes e Erwin Merlet nel 1920.
La Cima di Ball è un omaggio che Leslie Stephen volle fare al suo amico alpinista John Ball. Prima di giungere sulla cima il passo obbligato è attraverso la forcella di Stephen che prende il nome dallo stesso alpinista inglese. Un’altra curiosità è rappresentata dalla Val Pradidali la cui traduzione è Prati Gialli. Numerose infatti sono le fioriture di papaveri gialli tra la ghiaia.
Il Sass Maor si traduce facilmente in Sasso Maggiore. La sua prima salita risale al 1875, conquistata da Tucker e Beachcroft con un’arrampicata particolarmente impegnativa.
La Cima della Madonna viene chiamata in questo modo in quanto guardando la montagna è facile riuscire ad intravedere la figura di una Madonna con il velo. Se vista da Passo Rolle con il Sass Maor sembra tenere in braccio Gesù. I primi salitori furono Winkler e Zott nel 1886.
Insomma, è incredibile vedere quante curiosità sono racchiuse in questi “sassi”, come qualcuno sprezzante li definisce. Alla fine anche loro sono ricchi di storia, di un passato che continua ad affascinare da sempre milioni di persone attirate dalla loro grandiosità.
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