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L'Altopiano delle Pale di San Martino e le sue bellezze naturali

Lungo i trekking Palaronda, avrete il piacere di immergervi in un ambiente naturalistico unico: infatti, l’Altopiano delle Pale di San Martino, oltre a essere uno dei nove sistemi facenti parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO in virtù delle peculiarità geologiche e paesaggistiche delle Dolomiti, fa parte del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino, un’area che è stata individuata come meritevole di una speciale tutela e salvaguardia ambientale. 

Sarete circondati da paesaggi mozzafiato e avrete l’opportunità di esplorare le riserve integrali del Parco, di cui l’Altopiano delle Pale fa parte, dove l’ambiente naturale è conservato nella sua integrità. Che sia camminando tra i sentieri immersi nei pascoli montani o contemplando le formazioni geologiche uniche, ogni passo dei vostri percorsi sarà un’esperienza indimenticabile in questo ambiente naturalistico straordinario.

La Flora

Alla scoperta delle piante dolomitiche

Il Parco Paneveggio – Pale di San Martino accoglie una flora diversificata, distribuita su varie altitudini, che farà da sfondo alla vostra esperienza lungo i percorsi Palaronda. Tra i 1500 e i 1900 metri, gli imponenti abeti rossi dominano il paesaggio, costituendo approssimativamente l’85% della vegetazione circostante. Tuttavia, il triste impatto della tempesta devastante “Vaia” del 2018, che ha abbattuto milioni di alberi, e l’invasione conseguente del bostrico tipografo, un piccolo insetto che si nutre di legno, hanno purtroppo ridimensionato significativamente la presenza della foresta di abeti rossi. Man mano che si sale in quota, si incontrano il larice e il pino cembro, noto localmente come “cirmolo”. Alle altitudini superiori della foresta, fino a circa 2400 metri, prosperano il mugo e il rododendro. Gli abeti rossi presenti nella foresta di Paneveggio si ergono fino a 60 metri di altezza e sono famosi per la loro straordinaria capacità di risonanza, una caratteristica nota sin dal XVI secolo ai liutai come Stradivari, che utilizzavano questo legno per costruire i loro pregiati violini.

Lungo i percorsi Palaronda è possibile immergersi nella ricca diversità botanica del Parco, ad esempio attraverso la Val Venegia, che ospita infatti oltre 500 specie vegetali. Tra di esse figurano alcune rarità botaniche, come ad esempio la Genzianella di Carinzia, la Primula Tirolese, l’Androsace di Hausmann, e la Sassifraga Depressa. Salendo in quota, tra le rocce dolomitiche, crescono specie come la Campanula di Moretti e la rinomata Stella Alpina (Edelweiss), piante perenni che prosperano in questi ambienti. Il Lago Pradidali, nelle vicinanze del Rifugio Pradidali, offre uno spettacolo unico con i suoi cuscinetti di “muschio fiorito” lungo le sponde, che arricchiscono con la loro bellezza il paesaggio dolomitico. Infine, la Val Canali, che regala agli escursionisti un esempio della maestosa foresta di abete rosso che ricopre i versanti montani. Per coloro che desiderano approfondire la conoscenza della flora del Parco, il Centro Visitatori di Paneveggio offre percorsi tematici dedicati alla celebre Foresta di Paneveggio, arricchendo ulteriormente l’esperienza di chi completa l’avventura dei trekking Palaronda.

La fauna

Emozionanti incontri lungo i sentieri

Il Parco ospita una vasta gamma di animali selvatici. Tra i mammiferi, spiccano gli ungulati come cervi e caprioli, mentre a quote più elevate si trovano camosci e stambecchi, che potrete avvistare mentre vi avventurate sull’Altopiano delle Pale durante i trekking Palaronda. Se vi capita di osservare dei camosci, se si muovono in gruppo è probabile che si tratti di femmine, mentre i maschi preferiscono rimanere solitari. Il simbolo delle Alpi è tradizionalmente rappresentato dallo stambecco, riconoscibile per le sue imponenti corna che possono arrivare fino a 1 metro, e per la sua incredibile agilità. Non è raro, infatti, osservare degli stambecchi arrampicarsi su vertiginosi versanti rocciosi mentre si percorrono i trekking Palaronda. 

Oltre i 1500 metri, potreste sentire il caratteristico fischio delle marmotte, grossi roditori che scavano dei sistemi di galleria comunicanti dove vivono. Inoltre, il Parco è dimora di numerosi uccelli, tra cui il gallo cedrone, scomparso dalla maggior parte delle foreste italiane, e il fagiano di monte o gallo forcello. Tra i superpredatori presenti nel parco, troviamo il gufo reale e l’aquila reale. Di straordinaria bellezza, l’aquila reale è un rapace in cui le femmine sono più grande dei maschi, e possono raggiungere i 2,3 metri di apertura e un peso prossimo ai 7 chili. Le aquile non sono gli unici rapaci che frequentano il territorio del Parco: vivono qui anche la poiana, il falco pecchiaiolo, l’astore e lo sparviere.

Credits fotografici: Parco Naturale Paneveggio - Pale di San Martino, Azienda per il Turismo San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi.

Il Parco Naturale
Paneveggio - Pale di San Martino

Per proteggere il nostro ecosistema

Il Parco Naturale Paneveggio – Pale di San Martino è una riserva naturale istituita nel 1967 dalla Provincia Autonoma di Trento, un’area protetta che nasce con l’obiettivo di tutelare e conservare il patrimonio naturale di questa zona, caratterizzata da un particolare interesse ambientale. Il Parco comprende attualmente la parte occidentale e meridionale del Gruppo delle Pale di San Martino, il settore orientale della catena porfirica del Lagorai, le foreste di Paneveggio, di Valzanca, e di Valsorda, l’area del lago di Calaita, la Val Canali, e altre aree della località. Le attività del Parco vanno dalla valorizzazione e mantenimento dell’ambiente naturale, alla regolamentazione del territorio, fino alla ricerca scientifica e alla didattica. Il Parco dispone di quattro centri visitatori: presso Villa Welsperg in Val Canali, a San Martino di Castrozza, a Paneveggio, e presso la Casa del Sentiero Etnografico a Caoria, nella Valle del Vanoi.

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