Chi è salito per la prima volta su questa Cima? Chi ha percorso per la prima volta questo passo? Questa forcella da chi prende il nome?...
Mi piace paragonare l’altopiano di San Martino al tesoro che si trova quando si apre uno scrigno.
Una grande ricchezza impenetrabile ad occhio nudo, protetta dalle alte vette che lo circondano e lo rendono invisibile finché non si sale in quota, trovandosi immersi al suo interno.
L’altopiano di San Martino richiama da sempre escursionisti da ogni parte del mondo. Noto per essere stato definito da Buzzati “il deserto dei tartari”, si presenta come un pianoro non uniforme, intervallato da conche, valli e muraglie rocciose. Ai lati, le alte cime esplorate e conquistate in passato dai grandi alpinisti che per primi si avventurarono in questi luoghi. Milioni di anni fa, un mare tranquillo e poco profondo abitato da microrganismi marini, oggi un paesaggio lunare costellato da enormi cattedrali di pietra, capace di incantare i suoi visitatori.
L’esplorazione di questo deserto di roccia regala sempre vedute uniche. A partire dall’arrivo sull’altopiano dove un semplice giro su se stessi permette di poter osservare in lontananza il Civetta, l’Antelao, le Tofane e il Pelmo. I Rifugi sembrano i solitari custodi di questo patrimonio prezioso, incastonati tra le pietre e spesso a loro volta difesi da alte cime, che talvolta appaiono come guardie alle loro spalle, altre volte verticali pinnacoli facenti da sponde sul letto di un fiume di rocce.
Le luci naturali in conflitto con le nuvole regalano contrasti che creano un artistico chiaroscuro sulle pareti. L’ambiente è perfettamente integro e preservato, quasi privo di opere umane. A guidare i visitatori in questo paradiso gli ometti e i segnavia rossi che silenziosi accompagnano il cammino. Una moltitudine i sentieri che si incrociano sull’altopiano, di durata e difficoltà variabili. Da non perdere la Val Pradidali che si apre su possenti vette tra le più famose tra gli arrampicatori, Cima Canali, Cima Wilma, Cima Immink.
Il ghiacciaio della Fradusta, un tempo secondo solo alla Marmolada, ma ancora oggi magico per i suoi colori. Il Passo di Ball e la sua Cima passando sotto la Pala di San Martino, attraverso il Col dei Bechi. La Busa di Manna, il luogo dove si registrano le temperature più fredde d’Italia. Il Passo Canali, verso la Forcella del Miel da dove spunta possente il Sass d’Ortiga. Il Cimon della Pala, passando per l’affascinante Val dei Cantoni.
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